Legge di Stabilita 2017 – Voluntary-bis e taglio delle agevolazioni

pool fiscaleAl vaglio del governo la Legge di Stabilita 2017

Continua il lavoro dei tecnici, già all’opera sul cantiere aperto della legge di Stabilità 2017. I vincoli comunitari impongono una linea rigorosa: una parte delle risorse necessarie dovrebbe derivare dalla voluntary-bis.

Dovrebbe essere accordata una riapertura dei termini del provvedimento al fine di favorire l’emersione dei capitali all’estero che non sono venuti alla luce fino ad oggi.

Un’altra parte delle risorse potrebbe derivare dalla riduzione delle agevolazioni fiscali: un settore particolarmente a rischio è rappresentato dalle deduzioni e dalle detrazioni di imposta, che potrebbe subire una “sforbiciata”.

Lavori in corso per la prossima legge di Stabilità.

Diverse sono le misure che si profilano all’orizzonte e non tutte favorevoli ai contribuenti.

I vincoli comunitari impongono una linea rigorosa e -anche se dall’ultimo vertice di Ventotene sembra filtrare un certo ottimismo per la maggiore flessibilità che Bruxelles dovrebbe accordare all’Italia circa l’utilizzo del maggior deficit- la gestione della misure non potrà che essere rigorosa.

Una parte delle risorse necessarie dovrebbe derivare dalla voluntary-bis per la quale dovrebbe essere accordata una riapertura dei termini del provvedimento al fine di favorire l’emersione dei capitali all’estero che non sono venuti alla luce fino ad oggi.

La partita si giocherà, però, sulle condizioni. Sono allo studio diverse soluzioni.

I costi e le condizioni per i contribuenti potrebbero essere gli stessi del provvedimento oramai scaduto ma non sono escluse ipotesi di un maggior onere per accedere alla voluntary-bis. Questo punto, però, è molto delicato in quanto -ove il costo dovesse rivelarsi eccessivo- i contribuenti potrebbero essere poco incentivati e non avvalersi della nuova opportunità. In questo caso le stime (ottimistiche) delle risorse, che dovrebbero entrare nelle casse dello Stato, saranno riviste al ribasso con la conseguente necessità di individuare ulteriori entrate in grado di compensare le minori risorse.

É necessario poi considerare, anche alla luce della prima voluntary, che l’attività di liquidazione svolta dagli uffici si è rivelata particolarmente gravosa con la conseguente sottrazione delle risorse all’attività (ordinaria) di accertamento. La voluntary-bis darebbe luogo ad una situazione pressoché analoga. L’impegno degli uffici sarebbe notevole con le inevitabili difficoltà nel conciliare l’ordinaria attività di controllo con la gestione della riapertura dei termini del nuovo provvedimento. Anche in questo caso la circostanza darà luogo a nuovi costi indiretti, in termini di minore efficienza, a carico dei locali uffici dell’Agenzia delle Entrate.

Un’altra parte delle risorse potrebbe derivare dalla riduzione delle agevolazioni fiscali. Sul punto sta lavorando da tempo un’apposita commissione del MEF.

Un settore particolarmente a rischio è rappresentato dalle deduzioni e dalle detrazioni di imposta che potrebbe subire una “sforbiciata”. Se ne parla da anni, ma fino ad oggi sono stati pochi gli interventi sul punto.

I tagli potrebbero essere dovuti anche alla necessità di potenziamento delle detrazioni relative agli incentivi energetici e al recupero del patrimonio edilizio.

La necessità di maggiori entrate, che potrebbero essere ottenute anche con una serie di “tagli”, trova origine anche nel sisma che ha recentemente colpito il nostro Paese. Si procederà, inevitabilmente, alla sospensione della riscossione dei tributi per le popolazioni delle aree interessate dall’evento calamitoso e la circostanza darà luogo ad un ammanco nelle Casse dello Stato.

É auspicabile, sotto questo profilo, che il provvedimento sia di agevole interpretazione, diversamente dal passato in cui non sono mancati casi che hanno dato luogo ad una rilevante mole di contenzioso con l’Erario.

Il legislatore potrebbe poi fare leva sugli incentivi fiscali, quindi potenziando l’ammontare delle detrazioni al fine di favorire gli interventi di ristrutturazione aventi natura anti sismica. Si tratterebbe di una misura importante in quanto una buona parte del nostro Paese è caratterizzata da abitazioni costruite con criteri non in grado di sopportare eventi calamitosi come quello recente, che rischia di mettere in ginocchio anche le finanze dello Stato.

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